Trekking al rifugio Alpe di Tires - Alpe di Siusi
Chi ama le Dolomiti non può non amare l'Alpe di Siusi: un luogo a dir poco magico. Ci sono stata oggi per la prima volta. Ne avevo solo sentito parlare e chiunque me l'aveva descritta come un posto fantastico. Adesso capisco perché.
Siamo in vacanza a Vipiteno, ma questa
mattina di buon ora siamo partiti alla volta delle vette dolomitiche.
Lo Scillar visto dai verdi prati dell'Alpe di Siusi |
Abbiamo deciso di arrivare in auto fino
al parcheggio a Compaccio. Si può raggiungere il punto di partenza
anche tramite la funivia che parte da Siusi, ma controllando sul web
le tariffe abbiamo visto che il costo era di 17€ a persona, secondo
noi un prezzo esorbitante. Arriviamo all'inizio della strada che sale
a Compaccio e ci salta subito all'occhio il cartello che indica il
divieto di transito. Per fortuna il divieto parte dalle 9:00 del
mattino. Sono le 8:45: possiamo passare.
Già da subito il paesaggio che si apre
è incantevole. Lo Scilar ci accompagna lungo il tragitto.
Parcheggiamo l'auto al parcheggio 2.
Rimaniamo schioccati del costo: 17€ per poter parcheggiare. Mi sa
proprio che in questo posto è tutto molto caro!
Il nostro sentiero comincia proprio
alla fine del parcheggio (il numero 7).
Ma prima di tutto vediamo i dati riassuntivi dell'escursione:
![]() |
Mappa presa dal sito www.sentres.com |
Altitudine di partenza: 1840 mslm
Altitudine massima: 2480 mslm
Dislivello totale: 860 mt
Lunghezza: 16 km
Difficoltà: medio/difficile
Disponibilità di acqua per i cani: sì,
in alcuni punti
Ombra: assente
Punto di partenza: Compaccio
Punto di arrivo: Compaccio
escursione ad anello: sì
Prendiamo il segnavia 7 e cominciamo la
nostra salita su una strada asfaltata in lieve pendenza.
Dopo qualche curva ecco i
caratteristici prati che ho visto su moltissime foto, e sullo sfondo
lo Scilar. Proseguendo per circa 15 minuti arriviamo al primo bivio,
teniamo la destra verso la stazione della funivia e l'hotel Panorama.
I verdi prati dell'Alpe di Siusi e sullo sfondo i Denti di Terrarossa |
Di fronte all'hotel c'è un telescopio e un muretto circolare in pietra con indicati tutti i nomi delle vette che si riescono a vedere da quel punto: la Marmolada, il Catinaccio, il Sassopiatto, il Sassolungo, i Denti di Terrarossa (che sono anche la nostra destinazione) e molti altri.
Di fronte alla funivia parte il
sentiero 2 che, nella prima parte taglia attraverso il prato e si
avvicina piano piano al ghiaione dei Denti di Terrarossa sul quale
dovremo salire.
Fino a poco sotto il ghiaione la strada
è quasi pianeggiante.
Ora che siamo a ridosso dei Denti di
Terrarossa la salita si fa parecchio impegnativa. Penso che sia
possibile capirlo anche dalle immagini.
Nina ed Olivia e sullo sfondo il ghiaione dei Denti di Terrarossa |
Siamo a quota 2200 mslm e dobbiamo arrivare a 2480 mslm per poter scavallare. La salita è difficile, ma ogni volta che ci fermiamo per prendere fiato e guardiamo verso valle è come ricaricare le batterie dello spirito: la vastità e la grandezza dei monti, la bellezza del paesaggio circostante sono un dono grandissimo che possiamo solo ringraziare di aver ricevuto.
E quando, finalmente, giungiamo in cima
rimaniamo letteralmente senza parole. Guardate voi stessi!
Dopo le foto di rito, ci rimettiamo in
marcia, adesso in discesa, e in pochi minuti arriviamo al rifugio
Alpe di Tires costeggiando, leggermente in discesa, il ghiaione dal versante opposto. Bellissimi fiori ci accompagnano.
Rifugio Alpe di Tires |
Il rifugio è molto bello. Sono le 12
(sono quasi 2 h e mezza che camminiamo) e abbiamo una gran fame. Ci
accomodiamo e ci gustiamo il nostro bel pranzetto ad alta quota. Io
ho assaggiato i canederli di rapa rossa con insalatina e formaggio di
capra: davvero speciali! Matteo ha preso invece un gullash di selvaggina.
Dopo esserci ristorati e riposati ci
rimettiamo in cammino. Cominciamo a scendere lungo il sentiero 8
direzione rifugio Molignon: è una strada bianca. Fin da subito i
fischi delle marmotte ci accompagnano nella discesa. Alcune sono
anche molto vicine e riusciamo a vederle bene. Che belle, erette con
i loro musetti pelosi.
I Denti di Terrarossa visti scendendo verso il Rifugio Molignon |
La discesa è abbastanza ripida nel
primo tratto ma non difficoltosa, essendo una strada bianca. A destra e a sinistra siamo circondati da vette
altissime e prati verdi con cavalli e placide mucche.
Dopo circa 45 minuti di cammino vediamo
una bellissima chiesetta sulla sinistra. Subito dopo sempre sulla
sinistra dobbiamo prendere il bivio per il sentiero 7. Oltrepassando un cancelletto in legno lasciamo la strada bianca per un sentiero
sterrato. Con un lieve sali scendi di circa 20/30 minuti si raggiunge
il rifugio Molignon.
Chiesetta |
Rifugio Molignon |
Dal rifugio si riprende la strada
bianca che sempre con un lieve sali scendi ci riporta verso i prati
iniziali. Il percorso è ancora abbastanza lungo, ma ora non è più
impegnativo. Il dislivello è quasi impercettibile. Per rientrare al
parcheggio ci vorranno ancora circa un'ora e mezza / 2 ore.
L'itinerario non è alla portata di
tutti: il dislivello è notevole ed anche la distanza non è da
sottovalutare. È un'escursione da fare se si è sufficientemente
allenati.
Non è possibile sciogliere i cani
durante tutto il trekking. In agosto la gente che percorre questo
itinerario è molta ed anche gli animali selvatici che potrebbero
essere disturbati dal nostro cane sono tantissimi. Di conseguenza, se
il vostro cane non ama stare al guinzaglio o se pensate di non
riuscire a gestirlo in salita, ma soprattutto in discesa, non vi
consiglio questa escursione.
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